Pulizia e ordine a lavoro
La pulizia ed il mantenimento dell'ordine sul posto di lavoro costituiscono fattori chiave per la sicurezza dei lavoratori, come provato dai dati Eurostat sugli infortuni. Si pensi solo che a livello europeo il 15-20% degli incidenti occorsi nell'ultimo decennio sono da ricondursi ad un’insufficiente manutenzione.
Non sono più rassicuranti nemmeno i dati Inail, inerenti al nostro Paese, che ci parlano di più di 850.000 infortuni annui e di un morto ogni tre giorni causato da un difetto di cura di impianti e luoghi di lavoro. Non sembra dunque dimostrarsi sufficiente la forza persuasiva del pur articolato e consistente sistema sanzionatorio istituito dal legislatore per regolare la materia.
A ciò si aggiunga che spesso i dirigenti d'impresa nostrani non paiono per nulla consapevoli dei danni economici causati da scarsa pulizia e sicurezza. Eppure, i numeri parlano chiaro: ogni anno, i circa 5 milioni di infortuni che hanno luogo nella Comunità Europea, comportano oltre 3 giornate di assenza dal lavoro, che vanno inevitabilmente ad incidere sulla produttività. Non solo, ma della maggioranza degli Stati membri, il costo medio degli infortuni, cui vanno aggiunte le malattie professionali, è stimato tra il 2,6 e il 3,8% del PIL. Se poi si pensa che le imprese più attente alla manutenzione sono anche quelle che ogni anno registrano le migliori performance, sia a livello economico che di benessere percepito, allora si capirà come sia vitale oggi per le aziende organizzare la sicurezza seguendo non solo i vincoli normativi, ma anche le regole di buon senso e le best practices.
Insomma, manutenzione e pulizia, da risorse esclusivamente operative ed eterodirette, devono trasformarsi in operazioni strategiche e consapevoli, volte non solo a migliorare le politiche di sicurezza e la tutela dei lavoratori, ma anche a rendere più efficiente il ciclo produttivo. Per ottenere tali ambiziosi obiettivi, non basta però accontentarsi del rispetto delle norme sulla sicurezza, tra cui si ricorda il fondamentale D.Lgs. 81/2008, contenente il Testo Unico sulla Salute e Sicurezza nei luoghi di Lavoro, che pur ha dato primaria importanza al tema in esame.
Infatti, secondo le disposizioni del T. U., il datore di lavoro, al fine di garantire la sicurezza dei suoi dipendenti, ha l'obbligo di mantenere puliti ed idonei all'uso tutti i luoghi, gli impianti ed i dispositivi coinvolti nel ciclo produttivo. Ciò significa, in pratica, sottoporre gli spazi comuni e le attrezzature ad una regolare manutenzione, che assicuri l'assenza di difetti rilevanti, ma anche la perfetta igiene e pulizia che può aiutare ad individuarli. Infatti, è indubbio che un ambiente più pulito ed ordinato renda più evidenti e dunque maggiormente rintracciabili eventuali e pericolose anomalie. Inoltre, l'ordine e l’igiene devono riguardare anche le uscite di sicurezza, da mantenersi sempre sgombre, così come eventuali refettori, docce e spogliatoi.
Ma, come accennato, le pratiche di manutenzione aziendali dovrebbero spingersi ben al di là dei requisiti formali ed obbligatori e del tassativo rispetto delle disposizioni di legge. Per garantire la massima igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro risulta infatti indispensabile promuovere la cosiddetta cultura della Manutenzione moderna, che consente di conciliare i limiti della massima sicurezza tecnologicamente raggiungibile dall’attrezzatura con quelli imposti dalle norme sulla sicurezza sul lavoro, attraverso l'impegno costante a migliorare dispositivi, procedure e, non da ultimo, comportamenti individuali.
Difatti, nella cultura della Manutenzione, basata sulla Total Productive Maintenance (TPM), che integra la manutenzione all'interno del processo produttivo in modo da incrementarne il più possibile l’efficienza, un ruolo fondamentale è riservato alla Manutenzione Autonoma, ossia alle operazioni quotidiane di cura degli impianti affidate ai singoli operai.
In questo modo, non solo viene riaffermata la centralità dell'individuo rispetto alla macchina, ma quest'ultimo viene responsabilizzato, diventando artefice della propria sicurezza. Inoltre, il lavoratore, adoperandosi ogni giorno per mantenere l'ambiente e la sua macchina pulita ed in ordine, sa di contribuire non solo al proprio benessere, ma anche al risultato generale delle performance produttive. Questo lo farà sentire parte attiva del ciclo di produzione e lo spingerà ad un atteggiamento proattivo, che influirà positivamente sulla sicurezza, perché nessuno meglio di chi ha a che fare giornalmente con un macchinario, può individuarne tempestivamente eventuali malfunzionamenti.